Continuiamo questo nuovo appuntamento prendendo direttamente spunto da Galliate Parole e Fatti Volume Terzo – Pag 469
Sull'origine e la formazione dei soprannomi a Galliate, e sull'ambiente da cui via via nascevano, illuminante per noi - a tanta distanza di tempo - il vivace 'racconto del mistero' "Luminäntra da viva" dell'allora 95enne Maria Fonio (Şménza), ved. Belletti (Didò), che volendo puoi leggere per intero in III 113 sgg.
Noi in questa sede ci limitiamo a riprodurne la parte essenziale, corredata di traduzione letterale e adeguato commento.
Terza Parte
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E 'ş mè barba Bücinè, péna spuşà l'à 'ndaj fò d'in cà, a cà sóa da lê (e quel mio zio Bücinè appena si sposò uscì di casa, per andare a stare a casa di lei, della sposa). L'éva spuşà 'na dòna rêca (aveva sposato una moglie ricca).
Nü 'nvéci i stéva int'i Pêzu d'in Zanghèra (noi invece stavamo nel Pizzo di Missanghera, continuazione dell'attuale via Manzoni), a prêuma pòrta dadrê da gêşa (la prima porta dietro la chiesa di San Gaudenzio). A sò dòna i żévji a Frachitón, parchê ' 'ndév'in giru còi fracu, cumè 'n şgiachè ch'i bütéva-sêu i scióri (sua moglie la chiamavano Frachitón, perché andava in giro con il fracu, una specie di giacca che indossavano i ricchi).
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Il "Gruppo Dialettale Galliatese" (o quello che poi si sarebbe così chiamato) emetteva il suo primo gagliardo vagito nell'autunno del 1970. Padrino di battesimo, l'attuale Vicario Generale l'allora parroco don Pettinaroli (prè Ghirighêu prete Gregorio per gli amici galliatesi).
Cit. da La Nostra storia – Gruppo Dialettale Galliatese
Nella foto: Chiesetta della scaglia
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